Premiati VIII° ed. – Sezione Ragazzi

«Una sera bussano alla tua porta, apri e ti ritrovi davanti un ragazzo o una ragazza della tua stessa età, sconosciuto ed in evidente stato di necessità. È magro, i suoi abiti, il suo viso e tutta la sua persona invocano aiuto. A cosa pensi? Cosa decidi di fare?»
1º PREMIO: MARTINA MOLINARO – “Sally”
“L’innocenza dello sguardo bambino, la sua delicatezza di sentimenti, la sua bontà innata sono le caratteristiche di questa prosa, priva di sovrastrutture e perciò fresca come una sorgente di montagna.”
Sono le 20h
Io sto ai videogiochi,mamma prepara la cena…
TOC TOC
Suonano alla porta
-Vado io-
Rispondo.
Apro la porta e vedo qualcuno, sembra una bimba della mia età e prima di farla passare le chiedo il suo nome
-Mi chiamo Sally-
Risponde una voce timida
-Sally entra in casa, fuori fa freddo-
Entra a passi molto lenti ma poi vede casa mia e sembra sorpresa
-È PRONTO-
Dice la mamma dalla cucina. Do la mano a Sally e la accompagno in cucina
-E bene, chi è questa tua amichetta-
Poi spiego il successo però mi rimaneva un dubbio…perché era sporca e ferita?
-Sally, da dove vieni?-
-Vengo dalla Siria, c’è la guerra li e scappando ho perso la mia famiglia in un centro di prima accoglienza.
– Mi dispiace molto piccola-
– Dice mamma.
-Ho un’idea! Domani passiamo dal centro in cui ti sei persa per trovare la tua famiglia-
E così facemmo. La mattina dopo trovammo la sua famiglia e prima di andarsene mi diede un forte abbraccio che non dimenticherò mai.
2º PREMIO: GINEVRA RAUZINO – “Occhi verdi pelle scura”
Era martedì sera, dopo essere tornata dalla palestra ed essermi fatta una doccia, sentii suonare il campanello di casa. Aprii la porta e mi trovai davanti un ragazzo di circa sedici anni, magro, alto e anche bello, di carnagione scura e occhi verdi. Era vestito leggero, in modo non adatto al mese di febbraio.
Informai mia madre, che poi decise di chiamare i carabinieri. Gli offrii una doccia calda e dei vestiti puliti. Data l’ora di cena, mia madre decise di farlo rimanere. Non aveva detto ancora niente, mangiava, mangiava moltissimo…era molto affamato. Gli dissi il mio nome, indicando con l’indice destro il mio petto. Lui ricambiò, indicando il suo petto, e pronunciando il nome Oskar, uno dei miei nomi preferiti… Dopo poco tempo arrivarono i carabinieri, non avevo pensato a fargli qualche domanda per conoscerlo meglio…. Ma si vedeva che non era felice, sembrava solo e perso. I servizi sociali si occuparono di lui. Ho avuto la possibilità di vederlo dopo un mese, non era cambiato molto, solo una cosa era cambiata, aveva un sorriso stampato in faccia. Aveva imparato un po’ di italiano, e a parole sue riuscì a spiegarmi che era nato in Africa e che per colpa della guerra e della brutta vita che si viveva lì, lui e la madre erano emigrati in Italia. Aveva perso la madre al porto dove era attraccata la barca dei migranti, ma in pochi giorni le forze dell’ordine per fortuna la ritrovarono.
Ora Oskar vive in un appartamentino con la madre, che lavora come bidella in una scuola elementare, lui va a scuola dove ha conosciuto due ragazzini con cui gioca a calcio. Non ha molti amici, ma quei due gli bastano. Sono felice che sia riuscito a farsi una vita migliore di quella da cui è scappato.
3º PREMIO: ALESSIA BASILE – “Amici per la pelle”
Era una sera di febbraio. Ero sdraiata sul divano a guardare la tv, i miei genitori in camera, probabilmente già a dormire. Nella tranquillità della casa sentii suonare il campanello; una strana figura di ragazzo si presentò dinnanzi a me: poteva avere la mia stessa età, era magro, i suoi abiti laceri chiedevano aiuto, lui chiedeva aiuto. Io ero titubante… Mosse leggermente le labbra, come se volesse dire qualcosa. Non resistetti e lo feci entrare, gli offrii un bicchiere d’acqua e lo feci sedere. Iniziò a parlare: “C-chiama la p-polizia”. Avevo timore, tanto… “E che dico, a-alla polizia?” chiesi tremando, mi prese la mano e mi guardò negli occhi “Devono venire qua, subito se possibile”. Aveva gli occhi sinceri, si percepiva il suo malessere. La polizia arrivò dopo cinque minuti e il ragazzo, di cui non so neanche il nome, raccontò la sua storia. Essendo rimasto orfano a soli 10 anni, abitava con lo zio, che lo maltrattava. Gli impediva di andare a scuola, lo faceva lavorare tutti i giorni, e lo picchiava, come se non ci fosse un domani. Rimasi sconvolta.
È passato un mese, il ragazzo, che ha detto di chiamarsi Ethan, vive ora con noi ed è più che felice. Lo zio è stato denunciato per maltrattamento ai minori e ora è in gattabuia. Io e lui siamo diventati amici per la pelle!
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