Premiati IV° ed. – Menzioni speciali
Rosa Nicoletta Tomasone – FIORI DI LOTO
Racchiudi fra le mani
il calice delicato di un fiore
la coppa tintinnante di cristallo
ne sfiori i contorni
con la punta dell’indice
nel timore di sciuparlo
e di appannarne lo splendore.
Piano lo sollevi
gli occhi fissi negli occhi
ti chini sulla coppa
accosti le tue labbra alle sue
per gustarne il sapore.
Ti perdi in un fiore di loto
stordito
dal profumo dolce – amaro del miele.
Cerchi un varco con la lingua
per contare i suoi denti uno ad uno
aneli alla sua ugola carnosa
fino a stordirti del suo respiro.
Sempre voglioso
di bere alla sua fonte
eterno rabdomante dell’amore.
Nicola Curatolo – LA ZAPPA E IL FUCILE
Piangeva la zappa davanti al fucile
triste assai… da nobile signora.
Ma senza rimorsi disse quel vile:
perché ti struggi di ora in ora?
Rispose la zappa: non puoi capire
quanto è grande il mio dolore,
avendo i morti da seppellire
sotto la terra col solito amore.
La grave colpa è tua soltanto
se morti ci sono in tutto il mondo;
pensaci almeno una volta tanto
senza toccare proprio il fondo!
Tu non sei forte ma prepotente
e fai valere le tue opinioni
agendo purtroppo da delinquente
poiché sei matto e non ragioni.
Ma io che sono fin troppo pulita,
scoppiare mi sento come una bomba,
e sono disposta a dare la vita
se un dì scavarti portò la tomba!
Andrea Mancino – QUANTE NOTTI
Quante notti trascorse a contemplare le pareti de la mia piccola stanza,
ch’io, sovente, pinteggiavo di rosa e di blu,
aspargendola di lune e di stelle da donare a la mia mora da gli ocelli belli ch’ella,
ne gli anni liceali, alcune volte rivolgeva a me, meschino,
che tutto trascoloriva annebbiandosi la vista e che tremava pe’ l’amore,
forte, e la passione intensa in ver la sua figura angelica,
dono troppo grande per uno come me,
principe ranocchio co’ qualche brufoletto di troppo.
Sperai e mi cullai, stolto, de’ l suo possibile amore per me per tre lunghe stagioni e
allor chè raccolsi la notizia ch’ella s’era gia’ data a un giovinetto ardito da le doti
più alte rispetto a quelle che fossero le mie, mi crollo’ tutto ‘l mondo addosso…
e le notti che seguirono la notizia nefasta, le pareti de la mia stanza
le pinturavo sempre d’un solito blu, senza più lune e nianche una stella.
La ritrovai per caso, la mia donna angelo, tempo avanti
nel tempio de la medicina, fianco a fianco, a discernere al microscopio i tessuti de l’ istologia.
E fu lì ch’avvertii forte che potevo finalmente farla mia
per chè in tanto que l’altro, lungo e grosso, s’era già dato,lasciandola triste e rattrappita.
Ma io, ora mai, non l’amava più, per chè ‘l cuore m’avea di troppo ferito
e sur tutto ora ch’un’altra bruna e mora avea di poco riconosciuto,
e a cui di subito m’avea legato e consacrato co’ tutta la mia persona,
poi ch’ella leggeva i miei pensieri e sempre, mi faceva sentire in paradiso,
a me ch’era sempre triste e scontroso e poco avvezzo al sorriso.
Così ch’un meriggio, al tramonto d’estate, su la battigia de la città d’oriente,
allor chè pe’ lavarmi l’anima Le confessai del mio discorso amore…
Ella mi fissò dritto ne gli occhi e mi legò d’un amplesso infinito
e, carezzandomi ìl viso, mi sussurrò:
“io già d’un tempo sapea già tutto,
poi che’ colei che per tre lunghe stagioni t’ha levato ‘l sonno,
non è stata altro che la mia migliore amica”.
e fu li’ che svenni e mi svegliai di poco avanti, riavuto, arzillo e ‘nvigorito.
Candeloro Lupi – “PASSIONA ME”
Passiona me’, turmende di ‘stu core.
Hocce di piande, gioje di ‘sta vita.
Sonne ca mi z’avvere tra li mène,
tu siè tutte pe’ me, tu siè l’amore.
Siè l’ùteme pinziere dela sere,
lu prime gna m’arsbeje la matine.
Siè l’ùtema passione di ‘stu core,
siè l’ùteme rispire se mi more.
Siè la scujjèr’-addò ‘st’amore sbatte
a gnà lu mère quanda stà n-dembeste.
Siè tu l’ùtema spiagge-addò ‘stu core
ccoma lu mère doce- doce more.
Passsiona me’, turmende di ‘stu core,
vita ca scorr’-a ssurse tra ‘sti labbre,
ni’ n-me-le-fa mangà tutte ‘ssu bbene
picché dope di te, stà lu ricorde te.
“PASSIONE MIA”
Passione mia, tormento di questo cuore.
Gocce di pianto, gioia di questa vita.
Sogno che mi si avvera tra le mani,
tu sei tutto per me, tu sei l’amore.
Sei l’ultimo pensiero della sera,
il primo quando mi risveglio al mattino.
Sei l’ultima passione di questo cuore,
sei l’ultimo respiro se io adesso dovessi morire.
Sei la scogliera dove quest’amore sbatte
come il mare quando è in tempesta.
Sei tu l’ultima spiaggia dove questo cuore
come il mare dolcemente muore.
Passione mia, tormento di questo cuore,
vita che scorre a sorsi tra queste labbra,
non farmelo mancare tutto questo tuo bene
perché dopo di te, c’è solo il ricordo di te.