Sezione Poesia – Vincitori III° Edizione

Elaborati vincitori della SEZIONE POESIA
<<Il soffio potente del favonio porta con sé la tavolozza dei colori della terra amata, la nostra terra, trasporta i suoni onomatopeici delle nostre estati, diffonde il sudore abbacinato dei mietitori e il canto catartico delle donne senza età sulla chianca (pietra).  Il fonosimbolismo dei versi irrompe nei cuori e li ammalia.>>

1º Classificato
FAVUGN
di Giovanni Grimaldi
MES  D  GIUGN  ARDENT
LI  TERR  LUC’N  D’OR  D  GRAN  MATUR,
LU  FAVUGN  SCIATA  PUTENT,
MAN’C  AFFURTCAT,  SO’  GIA’  PRONT  LI  MT’TUR.
ASSMEGGHIA  NU  MAR  ‘NTMPESTA!
‘N CIEL  ‘NA  NUVLA  GHIANCA
SCAPPA  ALLA  VIA  D  PANTAN
LI  FEMMN  ASSTTAT  SOP  LA  CHIANCA
SOTTA  LU  SOL  STANN  CANTAN
ASSMEGGHIA  NU  JURN  D  FESTA!
FAVUGN  VENT  D  PUGGHIA
SUDOR  E  POVLA  NERA,
LUNTAN  ‘NA  VACCA  C’ AMMUGGHIA,
FA  NU  CAVD  D  ‘NAVTA  MANERA
ASSMEGGHIA  NU  QUADR  D’ AUTOR!
A  MEZZJURN  SCIATA  ANCORA  CHIU’  FORT
E  MO  TIRA,  ABBURRITA  E  PO  VOTTA
L’ AULIV  SO’  TUTT  STORT,
CH  FORZA  TE  LA  NATURA,  S  C  PINZ  JE  ‘NA  LOTTA
ASSMEGGHIA  CA  T  SCIOPPA  LU  COR!
Traduzione italiana:
FAVONIO
MESE  DI  GIUGNO  ARDENT
I  CAMPI  LUCCICANO  DELL’ORO  DI  GRANO  MATURO,
IL   FAVONIO  SOFFIA  POTENTE,
MANICHE   ARROTOLATE,  SONO   PRONTI  I  MIETITORI
ASSOMIGLIA UN MARE IN TEMPESTA!
IN CIELO  UNA  NUVOLA  BIANCA
CORRE IN DIREZIONE DEL LAGO
LE DONNE   SEDUTE SULLE PIETRE
SOTTO IL SOLE STANNO CANTANDO
ASSOMIGLIA UN GIORNO  DI  FESTA!
FAVONIO  VENTO  DI  PUGLIA
SUDORE  E  POLVERE  NERA,
LONTANO  UNA  MUCCA  MUGGISCE,
FA DAVVERO UN GRAN CALDO
ASSOMIGLIA UN QUADRO D’AUTORE!
A  MEZZOGIORNO SOFFIA ANCORA  PIU’  FORTE
E UNA VOLTA TIRA, POI AVVOLGE E POI SPINGE
GLI ULIVI SONO TUTTI STORTI
CHE  FORZA  HA  LA  NATURA,  SE  CI  PENSI  E’  UNA  LOTTA
SEMBRA CHE TI STRAPPA IL CUORE!
***
2º  Classificato
<<Un dialogo muto, nella direzione del vento dell’anima, un’esortazione, una preghiera, una risposta che non attende la domanda.
Riflessioni che divengono suoni silenziosi e luci tenui d’alba.>>
SARAI GARBHÌ
di Maria Di Mauro
Con tutta l’insonnia ti ascolto,
sei giunto di nuovo.
Peso beato, dammi voce per cantarti:
gridando di distacchi e d’incontri
eri, allora, Tramontana alla finestra.
Essenza impavida, tu non puoi restare indietro,
un comune sussurro ci e’ dato.
E se un sasso buttato nell’acqua singhiozza,
lesto corri.
E se l’angustia tinnisce ancora,
fatti chiaro, come acqua di roccia.
Gli altri venti sono andati a dormire,
liberami dai legami del giorno,
strappa uno stelo selvatico
e fatti a me somigliante comune e coeso brivido.
Gharbì ora sei e dritto all’anima soffi.
Di Luglio, tu mi spazzi la strada e c’e’ musica.
Di quali altre lusinghe parlare?
Dell’alba, chè tu hai già infilato le luci
***
 3º Classificato (EX AEQUO)
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IO AMO IL VENTO
di Lia Pedata
Io amo il vento così mutevole,
ora carezzevole, delicato,
ora insistente, fastidioso,
a volte impetuoso, prepotente,
foriero di tempeste distruttrici.
Io amo il vento leggero, inconsistente
e quello violento e devastante,
per la sua naturale incostanza,
per il perpetuo divenire, pur nella sua identica sostanza.
Io amo il vento sempre così sospeso tra cielo e terra,
sempre così a mezz’aria.
Io amo il vento per i suoi capricci,
sempre pronto a fuggire altrove, lontano
ed insieme a ritornare per nuove burrasche, nuove primavere.
Io amo il vento perché gli rassomiglio.
***
3º Classificato (EX AEQUO)
<<Folate lievi che si sostanziano di silenzi e ricordi, che passeggiano tra passato e presente, per divenire infinito che parla all’anima, che è esso stesso anima, pronta a sorridere con saggezza rinnovata alla vita. 
Versi franti, ma limpidi, tersi, desiderosi di svelare la loro musica intrinseca.>>
VENTO
di Carlo Calanca 
Vento respiro del creato
apre le porte del tempo
col soffio vitale e l’alito finale.
Vento che trascina la leggerezza e i suoni
porta via desideri sconfitti
sussurra parole di tentazione e furioso devasta.
Spezza la routine dei miei pensieri
e come un aquilone mi porta dove va.
Vento intimo e caldo che carezza gli occhi
come uno sguardo distratto.
Vento che investe gli igloo di bianche donne esquimesi
gelide di paure
alle quali sfuggono colori verdi di vita.
Vento che estende il rumore del mare
fino al silenzio
e come parole non dette non lascia traccia.
Vento che raccoglie segreti come foglie
accompagna tenere memorie  cicatrici dolorose
e sogni delle mie ore che lo inseguono.
Vento che ascolta miti preghiere  promesse attese
e cambia il destino.
Vento che increspa la pelle e diffonde
le grida del mio male.
Nel vento
stringendo il vuoto all’infinito
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