LE MIE 24 ORE

Magda aveva ventiquattro ore di libertà. L’estate le dava un euforia incontrollabile che le impediva di ragionare. Si sedette su un tavolino stille belle epoque e cercò di pescare nel magazzino dei ricordi. Le immagini le scorrevano veloci, i suoni si facevano sempre più forti.

“Vuole qualcosa da bere signora?” Si, un caffè macchiato. Non le andava nulla ma aveva bisogno di quel tavolino belle epoque per non  perdere quel flusso di coscienza.  Le immagini rischiavano di rompersi come bolle di sapone o e così indossò gli occhiali da sole per poter socchiudere gli occhi e continuare a farsi trasportare dalla corrente dei ritagli di memoria. Una grotta apparve nitida. Una grotta marina. L’odore salmastro misto a muffa, il colore del mare  blu intenso che affievoliva verso l’uscita. Le voci e le risate e la scoperta dei primi piaceri del corpo.
“Ecco il suo caffè signora”. Ormai Magda si era talmenta tuffata in quel mare blu intenso che nessuno poteva ripescarla.Il cameriere doveva essersene accorto e spari all’istante.  Era caldo  il ricordo del sole di Agosto che le aveva accarezzato anche troppo la pelle prima di entrare in quella grotta ma più caldo era il ricordo dei baci e carezze e abbracci e di corpi legati su quella roccia in fondo alla grotta. Madre natura l’aveva forgiata quale talamo fugace e Magda aveva accolto il suo invito. Ancora baci e il calore della pelle si era diffuso in tutto il corpo, era diventato tepore e fremito e abbandono. La testa le cadde all’ingiù ed era ormai completamente distesa sulla roccia. Giulio le accarezzava i capelli, le sussurava parole che forse non avevano senso ma che suonavano note all’unisono con il  riflusso delle onde e del verso dei gabbiani.  Un canto corale che si faceva più ovattato man mano che passava il tempo e il corpo assumeva altre forme. I suoni, gli odori e i colori lasciavano il posto ad un’estrazione dallo spazio e dal tempo quasi il corpo sorvolasse il luogo e il tempo che non aveva più valenza. Tutto era tramutato in estasi, in piacere estremo,  in un flusso di emozioni che il ricordo rendeva ancora più vive, piu emozionanti.
Magda si alzò di scatto, pagò il conto e si diresse verso la stazione. Quelle ventiquattrore avevano preso forma nella sua mente attraverso le immagini dei ricordi, adesso sapeva benissimo dove andare. Attraversò la strada quasi senza guardare, entrò dalla porta laterale della stazione e si infilò nella coda della biglietteria. I ricordi riaffioravano, la luce del sole nella grotta, gli odori del mare, il caldo, il sole, i baci, le risate….”Signora tocca a lei”.
“Ah.. si ..grazie, un biglietto per il Gargano!”
 
Simonetta Di Benedetto 
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