Premiati VIII° ed. – Sezione Giovani

«Una sera bussano alla tua porta, apri e ti ritrovi davanti un ragazzo o una ragazza della tua stessa età, sconosciuto ed in evidente stato di necessità. È magro, i suoi abiti, il suo viso e tutta la sua persona invocano aiuto. A cosa pensi? Cosa decidi di fare?»
1º PREMIO: CAMILLA GROSSI – “Attraverso i miei occhi”
“Riconoscersi nell’altro e riconoscere l’altro in sé: è quanto con densità empatica emerge dalla rimarchevole prosa lirica della giovane autrice. La parola sa costruire universi fulgidi.”
E attraverso i miei occhi vedo colui che mi somiglia tanto, entrambi giovani e marchiati dalla spensieratezza del tempo, entrambi troppo piccoli per pensare al male come prima necessità. Nella mia giovane mente appare chiaro il messaggio della cristianità, offro la mano, il braccio, al fratello non di sangue che si trova davanti a me, specchio della mia vita vista al contrario, a me che di fortuna sembra bruciare il petto e lui che di belle giornate sembra non averne vissute, dimmi Vita se colui dagli occhi spenti meriti tale sofferenza e dimmi Destino se il passaggio della mia figura nel suo sentiero di crescita non verrà dimenticata.
2º PREMIO: VINCENZO SOLLECITO – “la Rivoluzione”
La “rivoluzione” che portò in me un cambiamento, iniziò nella notte fra Lunedì 11 e Martedì 12 Dicembre. Decisi di andare a dormire presto per la stanchezza. Quella notte, si mostrò in sogno, una ragazza che cambiò la mia vita. I giorni passavano e non riuscivo a togliermi dalla mente quello sguardo impaurito e quei vestiti usurati. Avevo bisogno di sapere cosa, dove, il perché di questo mio malessere Iniziai a cercare ininterrottamente su internet fino a quando non trovai una notizia risalente al 12 Dicembre. Una barca che trasportava dei migranti verso l’Italia capovolta in mare, e lei era lì, stesa sulla spiaggia, con gli stessi indumenti con cui la vidi nel mio sogno. Grazie a questo, oggi, sono uno dei soci di un’associazione di volontariato per i migranti.
3º PREMIO: LUCIA CHELLER – “In una serata di Novembre”
In una serata di Novembre, qualcuno bussò alla porta: una ragazza ferita sul volto, invocando aiuto, cadde a terra quasi esanime. Dopo un attimo di esitazione, la trasportai nel soggiorno e appena la sentii respirare fui sollevata. Percepivo il dolore delle ferite e, una volta disinfettategliele, mi disse che si chiamava Aida. Solo l’indomani mi raccontò tutta la verità: era una ragazza ucraina arrivata in Italia con false promesse e ritrovatasi in un giro di prostituzione. Quella sera, stanca dell’ennesima violenza, era scappata giungendo alla mia porta: le promisi che sarebbe tutto finito. Dopo aver esposto denuncia, il capo venne arrestato. Aida non sa che devo a lei l’essere diventata avvocatessa e che nei momenti in cui vinco una causa, non vince solo la giustizia ma anche lei.
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