Premiati IX° ed. – Sezione Poesia

1º PREMIO: Candeloro Lupi – “Ecco cosa sei”

“L’armonia, che deriva dalla scorrevolezza del verso, pervade l’intero componimento, che sa tingersi dei colori più tenui e accarezzare con malinconica e inesauribile dolcezza chi lo legge e lo condivide intimamente.”
Diventi reale da un sogno confuso
e spunti nella mia realtà
come un fiore nella roccia.
Ora sei l’attimo atteso
delle mie giornate,
sei l’attesa straziante
per un attimo di vita.
Ecco cosa sei:
sei il sogno,
sei lo spazio dei pensieri miei,
sei il raggio di sole
dei miei cieli grigi.
Non mancarmi!
Splendi per me ogni giorno.
Non mancarmi!

2º PREMIO EX AEQUO: Francesca D’Apolito – “A casa pulita”

“Tematica sociale urgente e in linea col contesto socio-culturale del territorio. Idea originale, struttura poetica notevole, con spaziatura e a capo ben ponderati, a restituire un senso profondo e a donarcelo, attraverso l’emozione che suscita.”

Fighjia mia, chi t’ha ditt ‘sta buscija?
Sogn abbandunat, u cassett c’è spzzat
Chi t’ha ditt “lassa stà, ‘mbart sckitt a pulzzà
Ma pcché vuliss fa
carriera? P li femm’n nn n val la pena”
T’hann fatt cred ca nn servn a nent
So sckitt sogn spers nda lu vent
Nisciun l’ha volut apprzzà
P colpa d ‘na società ca nn t sap valorizzà
‘Nnanz e ddret tutta a matnata, basta ch ti la robba spasa
La munestra prparata, e la casa pulzzata
Curr e curr, ma nn pu corr a maratona
Pcché t’hann ditt “abbandona, ca nn si bona”
“Nn si capac, si ‘na femmna”
Si nu fior ca c guarda ma nn c semna
Sta dà schitt p bllezza, pcché non jè all’altezza
Tu ‘lluccav intra: “Io sono una donna!”
E t’hann rspust “nn purt i cavzun, purt la gonna”
M raccomand, né longa né tropp corta
Ca po t’esc a numnata s nn t sta accorta
Politico, medico, magistrat nn ten’n femminil, t’hann mbarat.
Pighjt a quiddu, ca i solt li tè, je nu bon partit, né
Fatt campà da n’ommn, sintm a me, è meghj p te
Sta for d sntment s t spus nu nullatnent.
Ma a trent’ann senza marit? Ha pers un tren, fior sfiorit
E u tren d’lla carriera p dvntà qualcun?
No, po è tropp tard e nn t sposa chiù nisciun.
Allora t’hann costrett a abbandunà
Tutt sti desiderj li si jut a jittà
Statt a casta, accuntint’t dlla vita
L’important è ch tì a casa pulita.

Traduzione della poesia:
La casa pulita
Figlia mia, chi ti ha detto questa bugia?
Sogni abbandonati, il cassetto si è spezzato
Chi ti ha detto “Lascia perdere, impara solo a pulire
Ma perché vorresti fare carriera? Per le donne non ne vale la pena”
Ti hanno fatto credere che non hai alcuna utilità
Sono solo sogni sparpagliati nel vento
Nessuno è stato in grado di apprezzarli
Per colpa di una società che non sa valorizzarti
Fai avanti e indietro tutta la mattina, ma ciò che conta è che hai steso il bucato
Hai preparato il pranzo ed hai pulito la casa
Corri di continuo, ma non puoi partecipare alla maratona
Perché ti hanno detto “abbandona, non hai la capacità necessaria”
“Non ne sei in grado, sei una donna”
Sei un fiore che si guarda ma non si coltiva
(Il fiore) E’ lì solo per essere osservato, perché il suo scopo è limitato
Tu urlavi dentro di te “Io sono una donna”
E ti hanno risposto “non porti i pantaloni, ma la gonna”
Mi raccomando, né troppo lunga né troppo corta
Altrimenti, se non fai attenzione, rovinerai la tua reputazione
Ti hanno insegnato che i termini politico, medico e magistrato non hanno l’equivalente femminile.
Sposati con lui perché è benestante, sarebbe un bell’affare, ragazzina
Lascia che sia un uomo a pagare le tue spese, ascoltami, è meglio per te
Sei fuori di testa se ti impegni con un nullatenente.
Ma a trentanni senza marito? Hai perso il treno, sei un fiore sfiorito
E il treno della carriera per diventare qualcuno?
No, poi diventa troppo tardi e non ti sposa più nessuno.
Dunque ti hanno costretta a lasciar perdere
Hai dovuto gettare via tutti quei tuoi desideri
Resta a casa, accontentanti della vita
L’importante è che hai la casa pulita.


2º PREMIO EX AEQUO: Federico Marcelli – “Michelina Di Cesare”

“Grande padronanza del verso da parte dell’autore che, in modo originalissimo, crea forti immagini poetiche di tempi e figure che furono, ma continuano ad emanare un fascino che approda alle coscienze di spiriti critici, mai domati dalla superficialità.”

Ogni sera che protesta e non imbruna
(fatta apposta per rispondere di no)
imbrunendo e protestando mi importuna
come un tempo, tempo fa, mi importunò.
Quando chiesi: “Michelina, per piacere:
vedi pere sopra all’albero di pere?”
Rispondesti, senza fame e senza intrighi:
“Solo una: puoi rubarla, se ti sbrighi”.

Non ricordo se ho rubato o non l’ho fatto.
Forse sì, ma forse no… sono distratto,
mentre tu restavi attenta ad ogni gesto.
Io sapevo che sapevi e non ho chiesto.
Alla faccia dei tuoi modi da educanda,
eri a capo dei banditi della banda
e, seppure testimone del reato,
saggiamente non mi avresti denunciato.
È per questo che ho provato a sdebitarmi,
ma a mio modo, senza muscoli né armi.
“Michelina, te lo giuro, c’ho provato!
Lo sapevi che non ero un avvocato…
Fanno presto, quelli, a mettermi alle strette…”
“Che hanno detto?” “Che ti fermi a ventisette”.
Poi? Non so se si salvò. Sono distratto.
Forse sì. Ma questa sera (e questo è un fatto)
è una sera che protesta e non imbruna,
fatta apposta per rispondere di no.
“Vedi pere sopra al pero?” “Più nessuna,
ché, quell’ultima, qualcuno la rubò”.


3º PREMIOEX AEQUO: Naomi Michela Pinto – “Amicizia”

“Verso scorrevole, struttura forte e calibrata. L’autrice, nonostante la sua giovanissima età, è in grado di generare ed esprimere emozioni e sentimenti potenti ed estremamente coinvolgenti.”
Credo in te, amica.
Credo nel tuo sorriso
finestra aperta sul tuo essere.
Credo nel tuo sguardo
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio
accoglienza sincera nel tuo cuore.
Credo nelle tue parole
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amica
così, semplicemente
nell’eloquenza del silenzio.

3º PREMIOEX AEQUO: Lucio Marchesiello – “Novembre”

“Emozionano la capacità di emozionarsi dell’autore e la sua maestria poetica nell’ affogare in un mare di saggezza un’attualità atemporale e universale.”

L’ùtimi fògghije akkartucciàte d’ù ceràse nen ce stanne kkiù !
Vulévene rumanè….. addò érene nàte!
Ma, stanòtte, nu còlpe de vìnde tradetòre,
d’e ràme lòre, l’hàve sciuppàte
e sbalanzàte ‘ind’a l’arje frèdda frèdde e assaveriàte!
Quìllu vìnde, l’ha fatte annarià e avascià , l’ha fatte fa, attùrne a
l’arve, l’ùteme balle e po,….. l’hà sduvàkàte ‘n’derre, sòpe a nu
mande de fogghije mòrte, tùtte gialle!
“Pekkè kiagne, ha dìtte nu passarille ‘nfreddulùte, all’arve
skunzulàte?:
Quest’èje a stòrije d’ù mùnne: Sti fògghije so ‘nnàte ,
vèrde t’hanne vestùte, ‘i ceràse e l’òmbre t’hanne dàte,
hanne fernùte ù tìmbe lòre e…. so passàte!
Statte tranguìlle ,nen te mbrògghije, te so singére…
tra pòke ,vènene i fògghije nòve…de n’ata Primavère!”

Traduzione della poesia:
Le ultime foglie del ciliegio non ci son più!
Volevano rimanere là… dove erano nate!
Ma stanotte un colpo di vento traditore,
le ha strappate con violenza dai loro rami
e le ha sballottate nell’aria fredda fredda e umida!
Quel vento le ha fatte volare su e giù, le ha fatte fare attorno ad un albero
l’ultimo ballo e poi… le ha lasciate cadere a terra
su di un tappeto di foglie morte tutte gialle!
“Perché piangi, ha detto un passero infreddolito, all’albero triste e angosciato?”
Così vanno le cose in questo mondo: quelle foglie ti hanno vestito
Di verde, ti hanno fornito di un’ombra, ti hanno dato i loro frutti
Hanno compiuto il tempo della loro esistenza… e quindi appartengono al passato!
Perciò non disperarti, non ti inganno, ti sono sincero…
Fra poco arriveranno foglie nuove…di un’altra primavera!


PREMIO RADICI E TERRITORIO:
Matteo Pedicillo – “Dalle tue radici”

“Dai versi emerge una storia di emozioni lievi, delicate, che rendono unica la piccola realtà, senza banalizzarla.”
Dalle tue radici leva un vento
sa di terra, olio e pantano.
Spira forte in singolare accento
proprio del natio di Varano.
Culla il cuore nei campi coltivati,
stringe il petto sugli ulivi in frutto
per tutti i consigli con senno conservati,
tra sandali e paranze non mi hai detto tutto.
Siamo carne stesa al sole,
siamo aria ad occhi spenti,
ciò che calpestiamo con le nostre suole,
lasciamo semi dei nostri sentimenti.
E tu, mio nonno, lasci amore:
le tue mani colme di antichi sapori,
il tuo discorrere di un altro fattore,
i passi affondati in remoti valori,
la tavola calda della tua zuppiera,
i figli lieti delle braccia sazie,
il sogno del futuro che si avvera.
Per ciò che sei, posso solo un grazie.

PREMIO RADICI E TERRITORIO:
Michele Stefania – “Parole”

“I versi dell’autore intraprendono un viaggio e si fermano solo alle stazioni giuste, quelle dei cuori dei lettori. Lirica che emoziona. ”
Mesto
presto alla penna
parole,
nessun fatto
nessuna liturgia.
Fermo, inerme
contemplo i monti
le albe e i tramonti
in casa
da un balcone
e non canto.
Canto.
Canto alla miseria umana
canto e forse rifuggo
sì, canto ancora
e canterò domani
da un balcone
in casa
alle albe e ai tramonti
contemplando i monti
errante, furente.
Con i fatti
con le liturgie
impongo alla penna
parole,
mestamente ilari.
Mie

MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA:
Adriana Ostuni – “Giri di vento”

“Bel componimento, in grado di giungere ai cuori dei lettori e indurli a riflessioni profonde.”
Cambia.
Cambia prospettive
angolazioni
punti di vista
opinioni.
Non rimanere ancorato
in stretti ambiti.
Allarga i tuoi orizzonti.
Ascolta
confronta.
Sperimenta.
Affronta.
Sciogli gli ormeggi.
Spiega le vele
Lambisci nuovi sfondi.
Naviga.
Esplora.
Vola.
Anche col pensiero.
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