LA NEBBIA INQUIETUDINE
(di Rita Pelusi)
Era alla fermata del 15, avvolto da una nebbia fitta, che ovattava i rumori. Ogni poco qualche faro fendeva quel soffice groviglio di goccioline, penetrandole con i fasci luminosi. Il freddo si infilava attraverso la sciarpa a ciambella che teneva intorno al collo, raggiungendo la schiena, fino a farla vibrare per i brividi. Sul muro c’era un manifesto pubblicitario sui 150 anni dell’unità d’Italia e al lato troneggiava la cartina della nostra bella penisola. Fu preso da un improvviso moto patriottico.
La mano andò quasi da sola a percorrere i contorni dello stivale. Toccava le varie regioni, iniziando da quelle del nord che conosceva bene, poi più giù al centro e ancora fino al sud e alle isole. Si accorse che in questo percorso aveva escluso qualcosa, fece un piccolo viaggio a ritroso. Aveva escluso il promontorio del Gargano. Si, proprio quello. Come lo definiva il suo maestro delle elementari: Lo sperone d’Italia. Era attaccato al resto della penisola, ma completamente proiettato nel mare. Forse per questo la sua mano , nel percorrere l’intero territorio, lo aveva ignorato. Questo gesto di casuale indifferenza allertò la sua immaginazione. Era un pensiero nuovo, su una terra a lui sconosciuta. Da attento viaggiatore qual era, come mai non l’aveva mai visitata?
Com’era una terra sospesa tra la quiete e l’ostilità? Quieta zolla nel mare, con un unico, solo legame con la terra ferma, offerta all’ostilità dei venti e dell’isolamento?
In tutto questo turbinio di pensieri, uno era dominante: Come fosse il carattere dei suoi abitanti, vissuti in bilico tra terra e mare, in quella strana particolare posizione geografica.
Certamente avevano la scontrosità del farista che vive per troppo tempo isolato in mezzo al mare, e con tracce di irrequietezza, visto che i loro orizzonti spesso si erano mescolati a quelli dei continui approdi. Tutto questo gli era sfuggito, e ora, là nella sua tenera nebbia, lo assaliva. Tirò fuori il suo hi phone e si collegò alla rete. Digitò la parola “Gargano” e non appena comparve la schermata, toccò la cartina ingrandendola per vederne meglio i contorni. Così iniziò il suo viaggio in una terra da sempre complice dell’irrequietezza umana e ora complice della sua irrequieta smania di visitare il Gargano.